Istria in off road: una meraviglia tutta da scoprire!
Istria in off road
La notte al campo di fuoristrada è trascorsa abbastanza bene.
Le notti in tenda non scorrono mai via lisce come l’olio, c’è sempre qualcosa che disturba il tuo sonno.
Per i bimbi era la prima volta, e per quanto riguarda la tenda… bhe, lei era sconvolta di essere usata.
Iniziamo il nostro giro dell’Istria in off road con il cognato di Vedran, fondatore del club, che è impegnato proprio oggi in una gara. Con lui ci sono i figli di Vedran perché, il maschietto di 12 anni, è l’unico che parla italiano, oltre al padre ovviamente.
Le strade che percorriamo sono talmente strette che ci passa a malapena la macchina. In certi punti sono anche particolarmente fangose, tanto che a volte dobbiamo fare retromarcia, cosa non semplice, per poter imboccare una laterale percorribile.


Dario va pazzo per il fango e si gusta ogni singolo metro percorso.
Appena può abbassa il finestrino e mette fuori il naso per guardare le ruote della macchina!
A casa abbiamo un pezzetto di giardino con un angolino d’orto. Una sua parte viene lasciata incolta perché lui deve crearsi la sua personale pozza di fango dove immerge tutte le sue automobiline.
Vi lascio immaginare in che condizioni si riduce! A volte gli trovo il fango persino nelle mutande!!!
Ancora fango, tanto fango
A un certo punto dobbiamo superare una pozza piuttosto grande, il problema è che ho il finestrino aperto per fare delle riprese, e mauro vuole chiuderlo da solo, senza lasciarmi il tempo di farlo, e contemporaneamente prendere l’abbrivio necessario per superare la vasca dimenticandosi del fatto che essendo uomo… due cose alla volta non le può fare…
Già stava respirando (si scherza eh!)!
Fatto sta che ci impantaniamo (ovviamente) e il nostro amico Marco, col suo Patrol, ci tira fuori agganciando la nostra Pajero al suo verricello.
Riproviamo, e questa volta col giusto abbrivio superiamo la vasca in un attimo.


Mentre aspettiamo poco più avanti che tutti oltrepassino l’ostacolo, mi rendo conto che ovunque per terra ci sono dei, non so bene come definirli, cilindri di fango con un buco al centro alti più o meno dieci centimetri e larghi tre.
La curiosità è donna, si sa, e io muoio dalla voglia di sapere che roba è.
Immagino siano dei vermi, ma devono essere ben più grandi dei nostri lombrichi per creare delle simili strutture!

Guadiamo un fiume
Il giro dell’Istria in off road procede senza particolari intoppi. Le strade sono sempre molto strette, ma mai particolarmente impegnative.
Per pranzo ci facciamo portare alla cascata di Zarečki Krov.
Per arrivarci guadiamo il fiume che ora non è particolarmente gonfio d’acqua, anzi.

Il fondo roccioso in alcuni punti è quasi tutto in vista, e le alghe, che solitamente sono coperte dall’acqua, si sono quasi seccate rendendo il fondo più scivoloso di un campo da calcio saponato.
L’odore di fango è intenso, evidentemente nei giorni scorsi deve aver piovuto molto, e questo è ovvio, vista la condizione delle strade.
Qualcuno ha anche il coraggio di fare il bagno.
Non io.
Dario preferisce optare per uno scivolone che fa volare il primo giro di cambio vestiti… meglio mettere il costume che, però, dura ancora meno… ma vi risparmio il motivo!
La cascata di Zarečki Krov

Qui incontriamo un tipo alquanto bizzarro in compagnia di un cavallo bianco e un cane nero che passeggia a torso nudo con arco e frecce e si ferma all’ombra di un albero per gustarsi il paesaggio.
La cascata di Zarečki Krov è suggestiva, a forma di semicerchio abbraccia, dall’alto dei suoi dieci metri d’altezza, il lago che le si forma ai piedi. Sotto la cascata, che è una delle più alte dell’Istria, si trova una grotta naturale che, quando l’acqua lo permette, è visitabile. Tutt’attorno la vegetazione è rigogliosa e in questa stagione è ancora di un bel verde brillante.

Non c’è molta ombra per trovare riparo dalla calura del sole perché la vegetazione è fitta e difficilmente penetrabile al di fuori degli spazi percorribili in auto, e i tratti ampi all’ombra scarseggiano. Gli alberi poi non posseggono un’ampia chioma sotto cui sostare, ma qualcosina dove stendere i teli da pic nic lo troviamo lo stesso.
Dopo pranzo lasciamo la cascata di Zarečki Krov. Un po’ perché dobbiamo continuare il giro e un po’ perché il tempo minaccia pioggia. Nuvole nere si accalcano all’orizzonte, e qualche tuono ci mette sull’attenti.
Meglio sbrigarsi.
Per chi fosse interessato, qui c’è il contatto Facebook di Vedran